Conto corrente chiuso: quando accade, cosa fare e cosa succede con i creditori

In tempi di crisi economica pesante come quella che tutti noi stiamo vivendo, gestire la situazione finanziaria non è assolutamente facile per la classe meno abbiente e per quella medio-bassa. L’inflazione è sempre alle stelle su tutto ciò che acquistiamo per fare la spesa o come strettamente necessario e i tassi della BCE, nonostante le novità prossime con stime a ribasso, che è possibile visualizzare qui, restano sempre molto alti.

Conclusione di tutto questo è che molti cittadini si indebitano fra mutui, prestiti, finanziarie e altro fino ad arrivare a una quasi impossibile situazione di solvibilità finanziaria. E cosa accade se il conto è in rosso? Come vedremo la banca può apporre un lucchetto definitivo al conto. E quali soluzioni ci sono? Cosa si rischia? E che conseguenze si hanno?

Soluzioni con il conto chiuso: cosa fare?

Basandosi dunque sul Codice Civile e in particolare sull’articolo 1375, nonché sul secondo articolo della Costituzione Italiana che concerne l’adempimento obbligatorio di solidarietà politica, economica e sociale del cittadino verso lo Stato, un ente bancario può chiudere il conto a un proprio correntista. Le motivazioni possono essere di varia natura, ma la possibilità sussiste.

Che fare a questo punto?

Sul sito di https://www.contoprotestatiservice.it/ c’è la possibilità di usufruire di un servizio che consente, tramite consulenti, di poter risolvere la situazione e poter tornare ad avere a disposizione almeno alcuni strumenti di pagamento sia personali e sia aziendali.

Un’altra soluzione concreta, oltre di rivolgersi a consulenti come quelli indicati, è consultare un avvocato esperto di diritto bancario per vedere se la questione può essere rivista con la banca o se la banca non ha agito secondo la Legge.

La banca quando è costretta alla chiusura del conto e come funziona

Secondo gli accordi contrattuali in essere, infatti, la banca non può agire prima di aver dato comunicazione scritta al correntista in questione e non avergli concesso i 15 giorni di possibilità di coprire il debito solvente.

Scaduto il termine ogni mezzo di pagamento dall’assegno alle carte di credito verrà revocato. In questo caso subentra in tutto e per tutto l’articolo 1845 del codice civile che in questo approfondimento è ben spiegato in tutti i dettagli. Irrimediabilmente l’unico caso, dove legalmente è difficile poter trovare alternative è quando c’è un controllo in essere da parte della Guardia di Finanza oppure c’è la certezza che è stato commesso un reato di riciclaggio, frode o simile.

Quali conseguenze comporta la chiusura di un conto e cosa succede con i creditori

Le conseguenze di una chiusura del conto per insolvenza di cambiali o di carta di credito comporta un’eventuale segnalazione alla Centrale dei Rischi e al CRIF.

Inoltre il creditore, come può essere il caso di Equitalia per cartelle esattoriali non pagate oppure eventuali enti prestatori hanno tutte le ragioni per pretendere che i debiti a loro favore vengano pagati. Entrambe comportano conseguenze gravi per futuri prestiti o crediti ad altre banche o enti finanziari, poiché la reputazione finanziaria risulta compromessa e non adempiente.

Attenzione, perché in caso di Equitalia, bisogna calcolare anche il rischio di fermo amministrativo dell’auto, se non si trova un modo per pagare ed eventualmente anche di pignoramento di bene immobili, gioielli e altre proprietà.