In questo articolo parleremo di una delle più recenti e importanti evoluzioni nell’ambito sanitario italiano: la rivisitazione della figura dell’Operatore Socio-Sanitario (OSS) e l’introduzione di una figura professionale rinnovata, e cioè quella di assistente infermiere, o anche definita “super OSS“.
In tempi come questi, dove la mancanza di infermieri è diventata cronica, novità del genere sono ben accette. Ma andiamo con ordine.
L’evoluzione dell’Operatore Socio-Sanitario
Rivedere il profilo professionale dell’OSS era ormai un passaggio obbligato. Da anni, infatti, si parlava della necessità di allineare e aggiornare le competenze di questi operatori.
L’OSS è un ruolo fondamentale, in quanto garantisce benessere e autonomia alle persone assistite in contesti sanitari e sociali. Per maggiori informazioni su questo ruolo, invitiamo a leggere questo post.
Secondo le nuove direttive, questi operatori collaboreranno strettamente con i professionisti della sanità e del sociale, segnando la sempre maggiore integrazione nei vari settori di intervento. Le funzioni dell’OSS sono diverse e si articolano intorno ai bisogni primari delle persone.
Insomma, possiamo definire l’OSS come una figura poliedrica. Inoltre, la formazione diventa ancora più strutturata e intensa: 1000 ore, spalmate tra 9 e 18 mesi.
La formazione e la qualifica: un percorso a ostacoli
Niente più improvvisazioni: i nuovi corsi per gli OSS saranno sotto la gestione delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano. Il percorso formativo è un mix tra competenze di base e professionalizzanti, che assicura la formazione completa e dettagliata.
Gli aspiranti OSS dovranno dimostrare dedizione e impegno, superando esami rigorosi per ottenere la tanto agognata qualifica. Per mantenersi poi al passo con i tempi, dovranno partecipare a eventi formativi aggiornati.
Per quanto riguarda l’assistente infermiere, è una figura destinata a rivoluzionare ancora di più il mondo dell’assistenza sanitaria.
Sarà un professionista altamente qualificato, che fornirà assistenza diretta di tipo sanitario e supporto gestionale, organizzativo e formativo.
Per diventare assistente infermiere, bisogna intraprendere un percorso mirato e accurato, partendo dalla base OSS e aggiungendo un po’ di esperienza pratica, circa 24 mesi. Il tirocinio mette alla prova le capacità degli aspiranti assistenti, con 500 ore di formazione da completare entro un anno.
Sfide e opportunità per il futuro
Con la definizione di questo nuovo ruolo, non viene semplicemente creata un’altra sedia attorno al tavolo della sanità.
Gli assistenti infermieri rappresentano la soluzione tangibile alla carenza di personale paramedico, e offriranno supporto fondamentale in diversi contesti: in ospedale per le visite di controllo, case di cura, servizi territoriali e strutture più specifiche come quelle per disabili.
Con l’evoluzione continua del settore, queste figure potranno essere richiamate in diverse situazioni, adattandosi alle esigenze mutevoli del sistema sanitario.
Una dinamicità del genere richiede però l’aggiornamento costante delle competenze. Anche per loro, come per gli OSS, gli eventi formativi saranno una costante.
Un futuro promettente
Insomma, OSS e assistenti infermieri sono qui per restare e rivoluzionare. Con il loro contributo, il sistema sanitario può diventare più efficiente e reattivo, fornendo risposte rapide e necessarie alle esigenze di assistenza. Mentre i decreti fanno la spola tra le regioni per l’approvazione, tali cambiamenti promettono di essere il trampolino di lancio per una nuova era nell’assistenza sanitaria italiana.
Fonti:
www.infermieriattivi.it/news-infermieri-attivi/infermieri/6748-cosa-dovra-fare-assistente-infermiere.html